Con l'arrivo di William Viali, l'estate scorsa, si pensava che finalmente l'Ascoli potesse iniziare un ciclo o comunque terminare la stagione senza scossoni come avvenne solo per Vivarini e Sottil. Viali incarnava (forse) le qualità che Pulcinelli ha sempre voluto in un mister: l'ambizione, un gioco moderno, gli alti traguardi. Purtroppo, nulla di tutto ciò si è realizzato e già a novembre il mister è a casa. Perché questo flop? I motivi sono sostanzialmente tre, non tutti dipendenti dalle sue responsabilità.

Il silenzio. Pur di allenare l'Ascoli il mister non si è opposto al mercato opinabile dell'ex direttore sportivo Valentini e lo ha avallato. Senza fiatare.

Il gioco. Viali era stato apprezzato per il suo gioco camaleontico a Cosenza. Un gioco molto dispendioso fisicamente (i centrocampisti che a turno arretrano sulla linea difensiva, gli esterni molto alti, i movimenti incessanti degli attaccanti, il pressing alto) che nel corso delle gare, però, si è avvizzito. Ultimamente la squadra si adagiava più sulle caratteristiche degli avversari che a imporre il suo gioco, affidato ai lanci lunghi di Bellusci per gli attaccanti. Troppo prevedibile.

L'ostinazione. Bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla. Non basta optare per un modulo diverso (il 4-4-2 al posto del 4-3-2-1) se poi la sostanza resta. Dopo la pessima prestazione di Bari ci si aspettava una reazione. E invece ha riproposto la quasi identica formazione con Caligara, mancino puro, schierato ancora ad ala destra. Un suicidio tattico. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Adieu Viali.

Sezione: News / Data: Mer 15 novembre 2023 alle 17:00 / Fonte: Corriere Adriatico
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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