L’Ascoli deve rifondare tutto. Non soltanto la rosa, non solo lo staff tecnico: va ricostruito anche il legame profondo con la sua gente, con il cuore pulsante della città bianconera. Qualunque sarà la proprietà chiamata a guidare il club, il primo obiettivo dovrà essere quello di ritrovare la compattezza con l’ambiente, oggi lacerata da una stagione amara e da scelte societarie che hanno alimentato la distanza.

In passato, l’Ascoli ha scritto pagine memorabili conquistando promozioni e salvezze anche contro ogni pronostico. La vera forza, allora, era la coesione. Quell’unità di intenti che partiva dalle proprietà e arrivava fino all’ultimo tifoso. Senza divisioni, senza incomprensioni.

Oggi come allora, Ascoli ha bisogno di ritrovare se stessa. E il segnale arrivato domenica dalla Curva Sud è stato chiaro e forte: tifosi compatti, capaci di protestare in modo civile entrando cinque minuti dopo il fischio d’inizio, esponendo il loro dissenso senza mai oltrepassare i limiti. Una protesta matura, che ha mostrato ancora una volta quanto il popolo bianconero sia diverso, più maturo, più consapevole.

Questo spirito deve diventare la base per la ricostruzione. Non bastano investimenti e proclami: serve rispetto reciproco, serve un progetto che coinvolga davvero chi l’Ascoli lo ama ogni giorno. La città aspetta anche l’inizio dei lavori della nuova Curva Sud, un altro simbolo del futuro che deve rinascere sulle fondamenta di una storia che merita di essere onorata.

La rinascita passa da qui: dall’orgoglio, dall’identità e dalla voglia di tornare a sentirsi di nuovo parte di un’unica, grande famiglia.

Sezione: Focus / Data: Mar 29 aprile 2025 alle 12:00
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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