L’Ascoli ha conquistato la salvezza, sì. Ma è una salvezza che sa di resa, un traguardo minimo che mai avrebbe dovuto rappresentare l’obiettivo stagionale di una squadra costruita per ben altri orizzonti. La vittoria di mercoledì contro il Sestri Levante ha messo fine all’incubo retrocessione, ma allo stesso tempo ha certificato il fallimento di un’annata iniziata con ben altre aspettative.

La delusione è palpabile tra i tifosi bianconeri. In molti speravano che, una volta raggiunto l’obiettivo, la società rompesse il silenzio per fare chiarezza sul futuro. Invece è arrivato solo un post, laconico e per certi versi spiazzante, del patron Massimo Pulcinelli:
«Dopo questa stagione appena conclusa con una misera salvezza credo che la migliore cosa sia quella di stare in silenzio».

Parole che non bastano. Il silenzio, in certi momenti, può sembrare prudenza, ma in altri può trasformarsi in assenza. E questo, ora, è il rischio maggiore: che l’ambiente si senta abbandonato proprio quando avrebbe bisogno di visione e rassicurazioni.

Certo, il campionato non è ancora ufficialmente finito – i giochi si chiuderanno domenica prossima – ma è proprio questo il momento in cui servirebbe almeno un segnale, un’intenzione, una parola chiave per il domani. La tifoseria si interroga: quale sarà il progetto tecnico? Quali saranno le ambizioni del club? Ci sarà un cambio di rotta deciso oppure si rischia di ripartire ancora nell’incertezza?

Una cosa è chiara: la stagione 2024-2025 dovrà rappresentare una svolta. Perché Ascoli, la sua storia e il suo pubblico meritano molto di più di una "misera salvezza".

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 25 aprile 2025 alle 10:00
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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