Il calcio, si sa, è fatto di numeri, ma anche di percezioni. E oggi, guardando in faccia la realtà, c’è una sensazione che sovrasta tutte le altre: l’Ascoli non è più quello dell’andata. Il girone di ritorno ha spazzato via quell’immagine di squadra solida, magari non spettacolare, ma comunque viva, presente, combattiva. I numeri, impietosi, parlano chiaro: 15 punti in 17 partite. Una media da retrocessione diretta.

Nel girone d’andata il Picchio aveva chiuso con 24 punti. Un bottino onesto, senza acuti ma costruito su un equilibrio che lasciava spazio alla fiducia. Sei vittorie, sei pareggi, sette sconfitte, 23 gol fatti e 22 subiti. Niente di eccezionale, ma nemmeno da allarme rosso. Sembrava una base su cui costruire.

Poi, però, la discesa. La seconda parte del campionato è stata una lunga agonia fatta di occasioni perse, prestazioni spente, assenza di mordente. Appena tre vittorie in diciassette gare, con sei pareggi e ben otto sconfitte. Il dato che più preoccupa è quello offensivo: appena 13 gol segnati, un’involuzione tecnica e mentale che ha tolto verve e fiducia al gruppo. Lo stesso numero di gol subiti dell’andata (22), ma con molte più partite perse. Segno che il baricentro si è abbassato e la squadra non reagisce più.

E non è solo una questione di aritmetica. È lo spirito che manca. È l’identità che si è persa per strada. Solo Spal, Sestri Levante e Legnago hanno fatto peggio nel ritorno. Anche il Campobasso, con gli stessi punti dell’Ascoli, è davanti negli scontri diretti. È questa la fotografia attuale: un gruppo in difficoltà, superato anche da chi sembrava indietro.

C’è da chiedersi dove sia finita la scintilla. L’ambiente è scivolato in una rassegnazione silenziosa, il campo riflette in pieno lo stato d’animo di una squadra che sembra giocare senza più convinzione. E se è vero che la matematica lascia ancora aperti alcuni scenari, è altrettanto vero che serve un cambio di passo immediato, mentale prima ancora che tecnico.

Il Picchio merita di più. I tifosi meritano di più. E questa squadra, se non vuole affondare del tutto, deve trovare dentro sé stessa le risposte che finora ha evitato di dare. Il campionato non aspetta nessuno, e il tempo delle scuse è finito. Ora è il momento del coraggio.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 19 aprile 2025 alle 09:00
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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