È cominciata con una retrocessione dolorosa e rischia di concludersi con un incubo ancora peggiore. La stagione dell’Ascoli Calcio somiglia sempre più a un viaggio attraverso il disincanto, con una tifoseria tradita nei sentimenti e una società che fatica a dare risposte, dentro e fuori dal campo.

Massimo Pulcinelli, al termine dello scorso campionato, aveva annunciato la volontà di cedere il club. Un’apertura che aveva subito attirato l’attenzione della Metalcoat, azienda bergamasca apparentemente interessata a rilevare la società. Poi, il nulla. Solo una lunga serie di indiscrezioni su fondi stranieri e personaggi senza credibilità né garanzie concrete.
Un film già visto troppe volte nel calcio italiano, dove le promesse evaporano in fretta e i progetti restano sulla carta.

Nel frattempo, l’Ascoli ha continuato a navigare a vista, mentre l’ambiente – già segnato dalla delusione per la retrocessione – si è sentito sempre più preso in giro. Le incertezze societarie si sono riflesse anche sul rettangolo verde: una squadra costruita per risalire subito in Serie B, ma che fin dall'inizio ha dato segnali allarmanti, rivelando limiti strutturali gravi e sottovalutati. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il Picchio annaspa nella parte bassa della classifica di Serie C, ben lontano dalle aspettative.

E ora arriva l’appuntamento che può decidere tutto: lunedì, in trasferta contro il Sestri Levante, l’Ascoli si gioca una fetta enorme del proprio destino. Una frase che fino a pochi mesi fa sarebbe sembrata impensabile. E invece è la pura, amara realtà.

Pulcinelli, intervenuto ai microfoni di Vera TV, ha ribadito la volontà di rilanciare, smentendo l’esistenza di trattative serie:
«Solo proposte ridicole, tra queste nessun imprenditore locale. Meglio smettere di perdere tempo».
Dichiarazioni che suonano come una sentenza: l’Ascoli non è più in vendita, almeno per ora. Ma il vero nodo resta come e con chi rilanciare.

Perché rilanciare non significa solo continuare a esserci, ma farlo con serietà, con un progetto chiaro, con professionisti capaci di rispettare la storia e il simbolo del Picchio. Figure che sappiano lavorare per riportare l’Ascoli dove merita, e che possano farlo anche nell’interesse dello stesso Pulcinelli.

Nel calcio, gli speculatori non mancano. Basti guardare alla recente situazione della Lucchese, travolta da un passaggio societario fallimentare. Ma riconoscerli – e saperli schivare – è parte del gioco, e oggi più che mai servono scelte coraggiose e competenti.

Nel centenario della sua storia, il club bianconero scrive una delle sue pagine più tristi. Ma ogni storia può ancora cambiare. Serve rispetto, chiarezza, e quel pizzico di orgoglio che il popolo ascolano non ha mai smesso di mostrare.

Sezione: Copertina / Data: Sab 19 aprile 2025 alle 13:00
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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